7 giu 2008

Di ulivi, di vita e di altre sciocchezze

Nel mio giardino c'è un ulivo selvatico. E' cresciuto spontaneo. Lì, proprio lì, all'ingresso del viale, di fianco al mio cancello. Questo significa raccogliere i fiori quando cadono, le foglie quando l'albero le perde e quelle dannate olive che macchiano i lastroni di viola quando ci cammini sopra. Sono tre mesi che perdo il mio tempo dietro questo bellissimo e dannato albero. Mi dico che è ora di smetterla con questa mania dell'ordine, della pulizia e della perfezione a tutti i costi. Mi conduco per casa come se all'improvviso potessi ricevere la visita della regina Elisabetta. Mica è normale che a mezzanotte, dopo essersi lavata i denti, una prenda spray e strofinaccio per pulire il lavandino. Talvolta penso che questa mania e questa attenzione avrei dovuto applicarla alle cose serie e importanti della vita. Ma tutto ciò che è serio e importante per gli altri non lo è per me. Ognuno ha i propri meccanismi per coltivare l'impegno di vivere. Il mio unico impegno è vivere. Con allegria e leggerezza. Altro modo non conosco.
Ad un mio professore dell'università che a 40 anni, proprio come me, capì che doveva cambiare la sua vita e seguire solo le proprie regole chiesi: lei cammina per strada come se volasse. C'è una ricetta? E lui: fai sempre quel cazzo che ti va di fare.
Credo di aver eseguito la ricetta alla perfezione. Anzi, forse con quel pizzico di lievito in più.:)