tag:blogger.com,1999:blog-83446644521547637112024-03-05T13:30:41.016+01:00A spasso con le intermittenzeCleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.comBlogger47125tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-48470011071883322862015-07-23T20:58:00.003+02:002015-07-23T21:10:07.482+02:00Leggerezza. Questa sconosciuta.Sandor Marai ne " Le confessioni di un borghese" sostiene che per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d’animo. Ma poi arriva un attimo in cui un’esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Quell'attimo è un lampo che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi. Ora chi glielo dice che quel lampo può arrecare più danni che doni e che la vita, per quanto sia l'unica che abbiamo, non la puoi candeggiare per lavare le patacche e stendere ad asciugare al sole? Chi glielo dice che nonostante la vita che ti cresce addosso, la partita di ritorno potresti non potertela giocare mai perché le mani, i piedi, la testa e il cuore non ti sorreggono più? Chi glielo dice?Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-45477718761754527222011-03-08T13:46:00.001+01:002011-03-08T13:47:29.406+01:00Fahrenheit 451Vogliono controllare da sempre i nostri pensieri. Vogliono che pensiamo quello che vogliono loro. Vogliono che siamo bravi e tranquilli e non diamo fastidio. Vogliono che diciamo grazie, signore, e scusi, signore, e mi permetta, signore. Vogliono che recitiamo la nostra recita della vita, con le battute già scritte per noi, senza improvvisare, e soprattutto senza uscire dal copione che hanno previsto per ognuno di noi. Chi sono? Sono i soliti di sempre, i potenti, i controllori, quelli che spingono i bottoni, quelli che stanno in alto e a volte si affacciano dalle finestre per ricevere le nostre ovazioni.<br />
I potenti hanno scoperto che per controllare i nostri pensieri non c'è niente di meglio che limitare o ridurre il livello di informazione. Le informazioni si possono ridurre o censurare in molti modi. Impossessandosi dei mezzi che danno le notizie. O ancora meglio eliminando fisicamente quei mezzi. Il mezzo più nobile per fare cultura e informazione sono da sempre i libri. Ebbene, si sono detti i potenti, se noi bruciassimo i libri, quelli di carta e magari il loro corrispettivo immateriale del Web, come funzionerebbe meglio la società! Sarebbe più ordinata, senza facinorosi con un sacco di grilli in testa a causa di letture sbagliate. Senza gente che spreca tempo ed energie a pensare invece che a vivere. Bruciare i libri, questa è la via per creare una società migliore.<br />
I potenti hanno tentato di farlo più volte nel corso della Storia. Ma dove ci sono riusciti meglio è stato senza dubbio nello straordinario romanzo "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury pubblicato negli anni ’50 e che ho riletto in questi giorni..Uno scenario fantascientifico e paradossale ai limiti dell’assurdo ma più attuale che mai. Perché ai nostri giorni è più forte che mai il tentativo dei poteri politici, culturali o ideologici di controllare le nostre menti e farci pensare quello che vogliono loro. Lo fanno senza bruciare i libri, senza uccidere ed incenerire chi tenta di capire al di là del visibile e del riconosciuto, senza terrore e senza paura ma in maniera più subdola e sottile instillando confusione e dubbio nelle nostre coscienze, sovvertendo il senso della morale e del costume, stendendo nebbia su verità palesi a tutti. Mi domando se si tratti di una battaglia da vincere ora o di una guerra che ha avuto inizio con la storia dell’uomo e che non avrà mai fine.Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com54tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-15813234118172821022010-11-13T14:01:00.000+01:002010-11-13T14:01:19.087+01:00No title<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Io volevo solo una vita senza disincanto.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"> Invece piango risate in pubblico e rido lacrime in privato.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"> Non bisognerebbe mai dimenticare come si cade.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"> Non bisognerebbe.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com39tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-76066980915331371562010-06-12T23:02:00.004+02:002010-06-12T23:05:34.282+02:00Coriandoli<div style="text-align: justify;">In mezzo alla piazza c’è una donna con i capelli color ebano e i vestiti colorati che ad ogni passo fa volare coriandoli per aria. La seguo, ebbra di questa visione e del profumo di leggerezza che emana. Vorrei carpire il segreto del suo passo leggero, delle sue vesti che ondeggiano libertà, del candore che leggo nel suo sguardo quando incrocia il mio. La seguo, la trattengo e le tendo la mano. Me la stringe. La sua stretta di mano è diversa, diversa da quella di tutte le mani che ho stretto nella mia intera vita. Mi parla senza emettere alcun suono regalandomi immagini veloci e nitidissime mentre stringe la mia mano per un tempo che pare eterno. Vedo cartelle di fogli bianchi con titoli imponenti, storie appena abbozzate senza finali. La mia arte, il mio unico talento. La mia vita. All’improvviso un guizzo veloce dei suoi occhi mi rimanda tracce compiute alle mie storie senza finale e carne e sangue alle mie pagine bianche. Stavolta le immagini sono terrificanti. Vedo porte, cancelli, frontiere e cartelli che indicano direzioni obbligate. Faccio un balzo indietro e come colpita da una scarica elettrica strappo la mia mano da quella morsa spaventosa. Mi ritrovo sola su quella piazza. Non c’è traccia della donna dai vestiti colorati e dai capelli color ebano. Solo coriandoli ai miei piedi.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com41tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-80893564981768754592010-02-13T15:33:00.002+01:002010-02-13T23:56:39.080+01:00Sliding Doors?<div align="justify">Quanti volti, quanti incontri, quante voci, quanti sguardi, quanti mondi, incrociati e persi senza dolore lungo la strada. Tanti persi quanti ne perderemo ancora. Chissà come sarebbero cambiate le nostre vite se ci fossimo tenuti aggrappati a quei fili invece di lasciarli andare per sempre. Vuoti che se colmati avrebbero alimentato e diretto la nostra vita in altre direzioni. E se avessimo preso altri treni, se fossimo entrati in altri scompartimenti, se avessimo incontrato altri compagni di viaggio? L’oceano delle possibilità, il mercatino delle occasioni, il crocevia dei destini e delle esistenze. La voragine dalla quale emergiamo con in mano sola una vita. E ci saranno altri treni, altre stazioni, altre possibilità di scendere e ripartire ancora tante volte sino a quando il sipario delle nostra vita calerà sul nulla.</div><div align="justify">Amen e cosi sia!</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com36tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-54597113986300710012009-09-09T19:29:00.005+02:002009-09-12T10:27:37.571+02:00Va' pensiero<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSXBSE-KTdzkjCDxj9kxTNpcBEaH7L13FWhH_IorknmstPA-79fG3i-HwUPwE9KOfhsxHSYE27q-OHSWvNwqyssGCeKWBBki8e1dw2039rsi_YAt58Cwgf1UO4pS25AejJh9bARnTqKyY/s1600-h/3085408359_bfcb11d33e_b%5B1%5D.jpg"></a> Ci sono porte che non apro. Parole che non pronuncio. Voci e richiami ai quali non rispondo. Sguardi che non sostengo. Non è per noncuranza. E’ che ci sono pensieri che passano una sola volta nella tua mente e comprendi che sono diversi da altri perché hanno una nota che ti cattura. La nota diventa un inciso e quell’inciso non ti molla. Comprendi che questo lo devi fermare perché fermarlo potrebbe fare la differenza. Ci sono pensieri a perdere e altri a dare. Esistono i pensieri necrotici, i pensieri alibi e quelli smessi e scoloriti che improvvisamente ritornano in tutta la loro attualità e reclamano voce e altri che dopo averti amata e coccolate si dissociano da te e pensieri alla deriva che vanno e tornano, vanno e tornano con le onde E in questo viluppo ne cogli uno e quell’uno fa la differenza. Dove mi porterà magari ci penserò domani.:)Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com75tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-86288735776730213772009-06-22T19:37:00.003+02:002009-09-12T10:27:37.571+02:00Io non capisco gli adulti<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2weFzWlY1SBPfcXlXwifyLZDifwDsPQMyWfrz7rIAggx4ox7uLbqbXx0KzclqT9w17Cru3NUQRKbmOhVhYO8QiL842ZVYVQhyphenhyphenDZq4Fqku8t_SsMmIsZuseebihOxehJqb2o0sVUJfghw/s1600-h/y1pk4Q7UNa8PkB-W2JDV4WOBvu2enUzuej5cMUJhoOuhCp6p66-lKLS6JG6e85eqcGR5h1AzUgrQX8%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5350209429648279794" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 289px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2weFzWlY1SBPfcXlXwifyLZDifwDsPQMyWfrz7rIAggx4ox7uLbqbXx0KzclqT9w17Cru3NUQRKbmOhVhYO8QiL842ZVYVQhyphenhyphenDZq4Fqku8t_SsMmIsZuseebihOxehJqb2o0sVUJfghw/s320/y1pk4Q7UNa8PkB-W2JDV4WOBvu2enUzuej5cMUJhoOuhCp6p66-lKLS6JG6e85eqcGR5h1AzUgrQX8%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Quando da bambina mi si domandava che cosa volessi fare da grande, rispondevo sicura: la guardiana del faro. Nel pensiero ingenuo di una bambina c’era solo la comprensione assoluta di quella che era la sua individualità più autentica. Una bambina non si domanda se quello che desidera è attuabile. Lo desidera e basta. Gli adulti ovviamente sorridevano ed io non capivo che cosa ci fosse di così ridicolo nella mia affermazione tanto da giustificare quelle risate. La loro mente era già smarrita e ammorbata, ma io allora non potevo saperlo. Che poi non erano proprio risate. Credo di non sbagliare se ricordo di aver colto qualche sguardo melanconico allora, quei lampi che ti vergogni di cogliere, quasi come stessi spiando dal buco della serratura nel privato più privato di un altro essere umano. Lampi di malinconia e di rimpianto. Mi atterrivano allora quegli sguardi e mi atterriscono ancora. Spiavo le espressioni dei grandi. A volte mi sembravano sporche, altre sconfitte, arrese alla quotidianità e a quello che sembrava il giusto e il prudente. Mi sembravano gli ultracorpi della fantascienza, uomini fuori ma senza emozioni. Io non capivo gli adulti. E loro non capivano me.<br />Ricordo che si andava al mare e nel pomeriggio arrivava il momento dei gelati per i bambini. Tutti si buttavano come impazziti ad infilare le mani in quella scatola a pescare quello che capitava. Tutti tranne me. Io aspettavo fuori dalla calca e non era detto che prendessi il gelato dopo. Non volevo un gelato, volevo il gelato. Se non c’era quello di mio gradimento e considerando che gli altri avevano già scelto la speranza era praticamente nulla, giravo i tacchi in silenzio. Gli adulti non capivano. Ma che c’era da capire?<br />Non capivano nemmeno perché io regalassi le mie cose. La proprietà. Io non concepivo il concetto di proprietà, non mi apparteneva cribbio. Capivo che se tu desideravi una cosa che mi apparteneva, regalartela o dividerla con te mi rendeva felice. Ricordo che una volta regalai una scarpa. Vai a capire che cosa mi passasse per la testa, che ci fa uno con una tua scarpa? Ma tant’è che così andò.<br />Anni fa partecipai alla prima marcia per la pace che si tenne in Italia. In verità della marcia non mi importava granché. Forse neppure della pace. Mi divertiva l’idea di vivere per strada, quindici giorni di cammino sotto il sole di luglio, zaino militare in spalla con tutte le tue cose, camminare su strade polverose e dormire in un sacco a pelo con il cielo sopra la tua testa. Un massacro in realtà, un favoloso massacro. Fatto sta che al mio rientro dormire con quattro pareti intorno proprio non mi riusciva. Non mi pareva ci fosse nulla di strano a posizionare il sacco a pelo in giardino per qualche giorno. Non li capirò mai gli adulti.<br />La cresima. Tutti i bambini fanno la santa cresima. Io non ho fatto la santa cresima. Non ho voluto fare la santa cresima. Ed è stata la prima e santissima volta che ho visto un adulto senza parole. E’ disarmante per un adulto sentire l’ovvietà uscire dalla bocca di un bambino.<br />Come tutte le bambine ho giocato con le bambole. Mi regalavano le bambole ed io giocavo con le bambole. Tutte le bambine giocano con le bambole. Non saprò mai se mi sarebbe piaciuto giocare con altre cose. Ma così è. E tutte le bambine sognavano di sposarsi e indossare un favoloso abito bianco. Io non ricordo che questo pensiero mi fosse mai passato per la testa. Sono davvero convinta che i bambini sanno già tutto. Hanno una percezione così chiara ed evidente di se stessi ed è davvero un peccato mortale quello che accade dopo. Questo si che è un reato e dovrebbero punire i responsabili. Tu sai tutto e poi ad un tratto sai solo quello che altri vogliono che tu sappia. Ed ecco che arriva l’errore, il passo falso che può comprometterti l’esistenza. Ma vai a spiegarlo agli adulti.</div><br /><div align="justify"><br /> </div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com79tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-28641356373951069592009-06-08T15:17:00.004+02:002009-06-08T17:19:57.742+02:00Another brick in the wall<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0f7pmtrKgCTYyeStEou5OCfhS2FDM-uSx9NtQVn3OcVIUMhYOsUgCZZAfV8NsBjInfs8HgrZfVTBNMqD_IrBXvb-F6xGknd6bIM-5ByTimZei0lSTpWVJ5Q7FSlG7rEMsw4MDcnaU2Es/s1600-h/470473931_c7e3e805b4_b%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5344950232651871762" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 273px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0f7pmtrKgCTYyeStEou5OCfhS2FDM-uSx9NtQVn3OcVIUMhYOsUgCZZAfV8NsBjInfs8HgrZfVTBNMqD_IrBXvb-F6xGknd6bIM-5ByTimZei0lSTpWVJ5Q7FSlG7rEMsw4MDcnaU2Es/s320/470473931_c7e3e805b4_b%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Il risveglio del mattino è un incognita. Ci sono giorni in cui tutto si svela. Un film perfetto dove non hai alcun dubbio che il senso dell’immagine che ti scorre davanti sia quello che hai colto. Dove ogni cosa prende posto nel suo assetto naturale. Dove persino le motivazioni hanno una base e un’altezza. Ma ce ne sono altri che sono l’egemonia del caos e del sovvertimento. Ma ci sono anche quelli dei progetti strampalati e dei vagheggiamenti improbabili ma accattivanti che azzerano le incertezze e le controindicazioni. E questi confondono gli altri per eccesso. Non sono mai stata saggia nei confronti della mia vita e neppure lungimirante. Ho smesso di fare sforzi inauditi per dimostrare qualcosa al mondo. Forse ho anche smesso di rimanerci male quando i dritti ti dicono che sei storta. Vogliono solo amputarti le aspettative e mettere un chiavistello ai tuoi varchi e lo fanno tanto per. Di te non gliene frega nulla. E se lo sai, sei già più avanti perché sai reggere lo sguardo della realtà. Sai reggere il tuo sguardo allo specchio. E hai imparato a spostare il tuo sguardo dal loro. </div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-40051714336564044392009-05-14T19:53:00.002+02:002009-05-26T16:20:54.163+02:00Ciak...si rigira!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsB44AC17QFXa3o1wVGV_EIdBweNyfB0BR5wuNDhVC2ht_CIOdPjRlhvAEoRjtcjNyTJvWaCtOMWZsYA16PvarTcZnUka-DQCgYdRUeHpz0tCnExKmw6V8rwQj6hCbVsb5zGJ8su8ZKPQ/s1600-h/Cinema%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5335740278321884370" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 256px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsB44AC17QFXa3o1wVGV_EIdBweNyfB0BR5wuNDhVC2ht_CIOdPjRlhvAEoRjtcjNyTJvWaCtOMWZsYA16PvarTcZnUka-DQCgYdRUeHpz0tCnExKmw6V8rwQj6hCbVsb5zGJ8su8ZKPQ/s320/Cinema%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Alla fine tutti abbiamo bisogno di punti di riferimento, da scoprire o da ritrovare. Persino in questo cacchio di città. I visi che incontri nella strada che percorri abitualmente, la cassiera del supermercato nel quale ti senti più a tuo agio, un angolo di città che catalizza la tua attenzione, una panchina dove sedersi ed osservare questo angolo di mondo ed imparare ad amarlo. Ma ancora e per ora l’unico riferimento è la mia ostinazione a non voler sentire vedere toccare questo mondo. Mi culla il pensiero di pagine bianche ancora da riempire, della possibilità, dell’altrove, di mondi sfiorati che attendono di svelarsi ai miei occhi.<br />E’ che una vita non basta, non basta accidenti. La vita è come il cinema. La prima parte è come quei vecchi film muti e in bianco e nero, ti senti triste in uno di quei film, prigioniera di un interminabile autunno, ti manca la parola e la possibilità di far sentire l’eco della tua risata. Ma tieni duro e sei ricompensata con il sonoro e poi ancora con il colore e lo schermo panoramico che dà più respiro ai tuoi sogni e alla tua sete di avventura. Ma ancora non ci siamo. Perché capita, senza che tu possa averne coscienza, di venire risucchiata in una di quelle pellicole francesi d’epoca con scarsi dialoghi dove a parlare è l’immagine. Oppure sei assorbita in una surreale storia di incomunicabilità diretta da Bergman o Antonioni. Tieni duro ancora. La vita cambierà e cambierà pure il cinema che la rappresenta. E hai ragione, ecco che irrompe prepotente nella tua esistenza il cinema degli effetti speciali, dell’audio ad alta definizione, delle animazioni al computer, delle mirabolanti trovate futuristiche che danno una scossa ai tuoi sensi ottenebrati. Ma a volte è troppo tardi, maledizione. Quando arrivano gli effetti speciali, chissà perché tu sei già morta stecchita. Io spero almeno di potermeli godere a lungo.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com48tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-9477139339359886972009-05-02T17:22:00.001+02:002009-05-26T16:16:27.755+02:00Autostima-a-a-a<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikT6OwlzgJLJHtabbN5VaZKV-a30kBOom-nsnrAJcVK_ohOl6mML4BXtcrgjpvA9KkSaLGQBci8cPQtIXdlPkGJSRoqken5n6qxr-rzd2F-kKz0_136kT_V_iAovFVbJegAhjokURUyOs/s1600-h/PMO4414.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5331264253254263378" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 280px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikT6OwlzgJLJHtabbN5VaZKV-a30kBOom-nsnrAJcVK_ohOl6mML4BXtcrgjpvA9KkSaLGQBci8cPQtIXdlPkGJSRoqken5n6qxr-rzd2F-kKz0_136kT_V_iAovFVbJegAhjokURUyOs/s320/PMO4414.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">- Allora, Cleide, lo vogliamo scrivere o no questo benedetto nuovo post? La gente tra poco comincerà a telefonare a “Chi Blog l’ha vista?” se non butti giù qualche riga.<br />- Lo farei volentieri, Capitano, ma non ho nessuna ispirazione. Tutte le idee che mi vengono mi sembrano banali e mosce. Scrivere un post mi pare un’impresa titanica.<br />- Ma quale impresa titanica! Che ci vuole a buttare giù due righette da diaro virtuale. Puoi parlare della patente che vuoi prenderti, dei cani rompiballe della vicina o di quella artista tedesca che incontrammo a Caserta Vecchia, te la ricordi? Quella pazza che compariva nel buio come Belfagor e minacciava di frustarti se ti scordavi di salutarla. O meglio ancora puoi raccontare il viaggio che hai fatto ieri a Olbia nella Bmw decapottabile, con tanto di capelli al vento. Scrivi il post e io ci metto il video di “Good morning Starshine” dal film Hair. Ci farai una figura splendida, da Hippy Webby, mentre descrivi il grido di libertà che lanciavi sull’autostrada Alghero-Olbia, con il vento caldo odoroso di anni Sessanta che ti lisciava i capelli e ti sussurrava paroline dolci.<br />- Oltre al fatto che non ho la più pallida idea di cosa sia una Hippy Webby, siamo stati con la capote abbassata solo per qualche chilometro perché c’era un vento che più che di anni Sessanta odorava di merda di cavallo.<br />- Vedi come sei rompiscatole e antiromantica? Che importanza hanno un chilometro o cento, o se il vento odorava di cacca di cavallo o di Figli dei Fiori? Ciò che conta sono le sensazioni. Le emozioni. E poi ti ho detto mille volte di colorire letterariamente un po’ le tue esperienze.<br />- Che significa colorire, mi devo inventare tutto?<br />- Quale inventare. Significa che vai a prenderti una pizza da Peppino La Bomba e scrivi sul blog che sei stata a cena al ristorante cinque stelle Royal Society, ti fai una passeggiata serale sul desolato lungomare algherese e dici che sei scesa in spiaggia di notte e ti sei fatta il bagno con tutti i vestiti. Incontri un tuo ex che ti sbadiglia in faccia e ti dice ciao sbagliando il tuo nome e giuri che ti ha salutato piangendo e che ti ha implorato di tornare con lui. Capisci? Non si tratta di mentire, ti prendi qualche piccola licenza poetica.<br />- Ho capito, tra poco mi consiglierai di fare come il Giomba quando strombazza che tutti lo amano, che ha vinto tremila premi per il suo blog da Pizzighettone Net a Cazzago Web e che i network americani si sbracciano per intervistarlo.<br />- Certo, fa come Giomba, scrivi che hai vinto centinaia di premi con il tuo blog o con il tuo sorriso sfrontato, scrivi che i vip ti cercano e ti amano. Metti sulla colonna laterale qualche centinaio di commenti genuflessi in cui tutti giurano che sei brava, bella e intelligente e che il mondo senza di te non può andare avanti. Se non hai niente sottomano, te ne scrivo io una ventina seduta stante.<br />- Sei pazzo? Poi passa Celia e le viene un colpo e si chiede se mi sono presa una giombite acuta. Però quella storia del video di “Good Morning Starshine” non è male. In effetti la corsa nella decappottabile me la sono fatta, i capelli svolazzavano sull’autostrada e per qualche nanosecondo me la sono sghignazzata pure come Jacqueline Kennedy, con un foulard supershocking annodato al collo.<br />- E non scordare il vento.<br />- Certo, Capitano, ora che mi ci fai pensare il vento sull’autostrada profumava proprio di anni Sessanta e, anzi, direi proprio che mi sussurrava nelle orecchie con la voce di uno chansonnier alla Jacques Breil. Sai quella canzone che dice “Je t’inventai” o meglio ancora “je te parlerai” di “le rouge et le noir”, e non scordiamoci “Ne me quitte pas”. Insomma quelle minchiate lì… cioè volevo dire quelle splendide perle sentimentali. Sìììì, ne sono sicura, ieri sull’autostrada, mentre facevo Jacqueline nella Bmw decappottabile il vento, con la voce precisa di Jacques Breil, mi implorava: “Non abbandonarmi”.<br />- Ecco, così sì che mi piaci. Evvaaaaiiii.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com42tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-43065085549490881932009-03-28T19:18:00.001+01:002009-05-28T19:58:37.144+02:00Achtung Baby<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihnRvHRd9UVXZBG465erviJLf6bfrd95NUVoB5yfrYiEjOz_WjoI0yCUgjM2rN2Q1SJT-xDcqBJjqNajv2lKZVFW0SmTFXr5aDr3O3kPN_I_StwFmCpJSiAct4QTKXG9zj4BsqBCztvQs/s1600-h/sogni_anima%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5318311385416866354" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 306px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihnRvHRd9UVXZBG465erviJLf6bfrd95NUVoB5yfrYiEjOz_WjoI0yCUgjM2rN2Q1SJT-xDcqBJjqNajv2lKZVFW0SmTFXr5aDr3O3kPN_I_StwFmCpJSiAct4QTKXG9zj4BsqBCztvQs/s320/sogni_anima%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Quando hanno spiegato come si prende per il verso giusto questa campionario di circostanze che chiamano vita, ero distratta o ero assente. E mi domando se non sia tardi per prendere ripetizioni o non mi resti che fare della mia asinità virtù. Sono una irresponsabile esistenziale. Con i pensieri appesi come salami che tardano a stagionare. Banditi latitanti. Primule rosse. E Dio sa che cosa salterà fuori il giorno che si riveleranno. Mi rimane sempre il manuale di atterraggio sul morbido. Me lo regalò un amico che nel frattempo ho perso di vista. Si mormora si sia fatto molto male. Schiantato sull’asfalto di sogni disertori. La mia domanda ora è: avrà usato il manuale?</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com64tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-2287359728414584332009-03-16T16:10:00.003+01:002009-05-26T16:20:54.163+02:00Dap..Crack..Bum!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXCe8CaxI_P8iHcXEZ4Nfk8FHEtQGD09mqEuLNUdLkqna3qYTfT3kIqbwIV1BD80q_5fmksnxEwmi6EMCpSgvxLL11Ngup77oQV0j-3mj3SovLHZuQHKyyXA3hpkR9dSPzasYhBVH0Y3g/s1600-h/08inquietudine%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5313804030473285586" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 271px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXCe8CaxI_P8iHcXEZ4Nfk8FHEtQGD09mqEuLNUdLkqna3qYTfT3kIqbwIV1BD80q_5fmksnxEwmi6EMCpSgvxLL11Ngup77oQV0j-3mj3SovLHZuQHKyyXA3hpkR9dSPzasYhBVH0Y3g/s320/08inquietudine%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Dap Dap Dap<br />Sembra un Rap<br />Invece è un Crack.<br />A volte penso che dovremmo parlare per verità elementari. Per parole semplici. Scrivere semplicemente. Scrivere: ho fame. Ho freddo. Sto bene. Sto male. Sono nera. Sono felice. Invece saliamo e scendiamo le scale dei sinonimi e dei contrari. Sostiamo nei pianerottoli dei futuri ipotetici. Bussiamo alla porta delle proposizioni complesse. Scriviamo osservando un altro noi che scrive come se scrivesse di un altro ancora. Io oggi voglio scrivere semplicemente scrivere. Voglio scrivere di quando mi trasformo in un abile stratega per combattere la bugia che mi ingabbia il cervello e la vita. Lo chiamano Dap. Disturbo da attacco di panico. Siamo così abituati a confrontarci con le ombre del nostro corpo ma scappiamo dinanzi a quelle della nostra anima. Siamo come quei sub esperti che sanno bene quanto in talune circostanze sia bene rimanere in superficie perché addentrarsi in certi anfratti può far paura anche ai più temerari. Dinanzi ad un pericolo esterno reale il nostro istinto ci suggerisce due possibilità: scappare o affrontarlo. Questo non accade se il pericolo è interno e immaginato. Una bugia. La bugia che tu combatti con altre bugie, cercando prospettive di fuga, trovando abilissimi stratagemmi per eludere il problema. Svicoli. Dribbli. Organizzi la tua vita in modo tale da fregare l’avversario. Cerchi strade alternative il cui percorso ti rassicuri. Ma quella frustata arriverà comunque, quando me no te la aspetti, quando non ci sta, quando non deve, quando non sei pronta. E’ un crack dell’anima. E non c’è fuga che tenga in quell’istante. Perdi le coordinate spazio temporali. Una scossa tellurica cerebrale il cui l’epicentro è la paura. Io non so più che significhi uscire per strada da sola. Mi sento come se mi avessero amputato le gambe. Ma le ho le gambe. Mi sento come se mi avessero chiusa in gattabuia e condannata innocente. Ma sono libera. La paura è una stronza egocentrica, non vede altro che se stessa. Ed io inizio ad averne le scatole piene. Ed è ancora presto per dire..questo è quel che resta di me.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com34tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-26924348389944257202009-03-04T21:03:00.013+01:002009-05-28T19:58:37.145+02:00Io vs Me<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkH4ZksB7gwrsBFX9i4uItOk9hlyD25Jw21TsnQhJ-d6btnbIx0B0bbAFeZbygqB_zOrdyELzZubn97wHaZcAKSM43mY46ZGRdntJ1FhXwuPHPRtUhYL28H46JEGd_0EZFF8nTl4Un1Iw/s1600-h/pozaczasem2bz9%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5309663138197225058" style="margin: 0px 10px 10px 0px; float: left; width: 300px; height: 200px;" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkH4ZksB7gwrsBFX9i4uItOk9hlyD25Jw21TsnQhJ-d6btnbIx0B0bbAFeZbygqB_zOrdyELzZubn97wHaZcAKSM43mY46ZGRdntJ1FhXwuPHPRtUhYL28H46JEGd_0EZFF8nTl4Un1Iw/s320/pozaczasem2bz9%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZAw0dDEHl1xVgxpFzR1izxZHIlQGfJtBJtzW0idPH9JF9W3ko0cP_WD2EoSFVHCh0ASHnyK1pOUrhxwEjCrLet5PBoPi0Nnu1jKOUVejav-VYIG6P1hEnhECvBCliFJHATvyyRV4-YG8/s1600-h/pozaczasem2bz9%5B1%5D.jpg"></a><br /><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivTlaUqkCZp8miJ_G2Nq2yFZeMryDi_5_W7TNZP8_ejk4Uu4mfRQtB5pFyHeQ3hq0eiqdDZQiuW9NFzA3z46QclzpwXQbkViKw4Z5YDw3GHIEkhiXTquKLFl2aR8KHZcZHy_An8UcM_1U/s1600-h/pozaczasem2bz9%5B1%5D.jpg"></a><br /><br /><br /><div><br /><br /><br /><br /><br />Vagabonda tra le note di un’astenica sinfonia.<br />Tra gli scantinati della precarietà.<br />In cerca del crocevia tra il contrattacco e il fatalismo.<br /></div><div>A ridere dei miei alibi.<br />A cercarmi senza successo.<br /></div><div>Poco accorta da non schivare le barriere dell’utopia.<br />Con pensieri funamboli e acrobati che si avvalgono della facoltà di non rispondere.<br />Fuori tempo e fuori rotta, Sempre, comunque e nonostante. Echisenefrega. :)<br /><br /><span style="font-size:85%;">A volte mi viene da pensare che forse, se Socrate fosse vissuto oggi, </span><br /><span style="font-size:85%;">invece di "Conosci te stesso" avrebbe detto: "Conosci l'alieno che è in te". </span><br /><span style="font-size:85%;">Luce d'Eramo, in Io sono un'aliena, 1999</span></div></div></div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com66tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-88630195565406562482009-02-19T14:16:00.004+01:002009-05-28T19:58:37.145+02:00Radicali Liberi<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkzG2fWwc46kL1PoVl6VWcMi9v_2sh21ls4_R4BUaQTVY1eU8M1XdJoD7_PW19dQ4fSk_IX_UjSF9PCJJr-9Qq8_XHqSyYlEcR3cd3jY2hII3_j4N1caxQEdMs4eHS_oFNauXrc0z068/s1600-h/saltare.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5304500656371252450" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 205px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkzG2fWwc46kL1PoVl6VWcMi9v_2sh21ls4_R4BUaQTVY1eU8M1XdJoD7_PW19dQ4fSk_IX_UjSF9PCJJr-9Qq8_XHqSyYlEcR3cd3jY2hII3_j4N1caxQEdMs4eHS_oFNauXrc0z068/s320/saltare.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div align="justify">La mia è una stagione dove i dubbi mettono radici e le certezze diventano schizzi di cui sarebbe troppo fantasioso prevederne la forma finale.<br />Dove la concezione che si ha di sé sta alla nostra pelle come il prurito di un orticaria. </div><div align="justify">Dove i pensieri da condividere sarebbero tanti ma uno strano pudore li mortifica nel momento di tramutarsi in parole.<br />Dove cerchi un non so che con la virtù di aprirti nuovi orizzonti e frantumare le consuetudini.<br />In mezzo. </div><div align="justify">Ad un passo dalla consapevolezza ed uno dalla follia.<br />Mentre tutto accade, niente accade.<br /><br /><span style="font-size:85%;">"Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?!"<br />Da : Il cielo sopra Berlino<br /><br /></div></span>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com45tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-38466401739239852982009-02-09T18:33:00.005+01:002009-05-28T19:58:37.145+02:00Che ci faccio qui?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrhCbSHcROq5fmKm5Svm1D4lGDZZHmgLC2IR4FactijWxQM2AFCiVYLI2yxNtJWEGLd4jpE2o5W6oEHKhUn6fROVyymuMceWjyhpuFhEvbUyADLTMssj_twILFKSdEm6dzFW7oiAeU1rM/s1600-h/spiaggia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5300853733846666626" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 216px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrhCbSHcROq5fmKm5Svm1D4lGDZZHmgLC2IR4FactijWxQM2AFCiVYLI2yxNtJWEGLd4jpE2o5W6oEHKhUn6fROVyymuMceWjyhpuFhEvbUyADLTMssj_twILFKSdEm6dzFW7oiAeU1rM/s320/spiaggia.jpg" border="0" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGLjT32J-Q2GZsall11ziLBWQDRtvMUdEDKMR1n6OMWAn42xxlHG45fI_gL0Aho5azXafVaXK79p8DmRAnzVCKrEL2Qo4BRVm5I0bin5znMLAy8_haapx_i27-h9eYruzyjT2A42QjuZQ/s1600-h/ragazza.jpg"></a><br /><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-n0KjWUt0sEm_1mLCnkNr4urhG46pflsSpY02LK7by6vkN0DhsJf5R-r2cJWn5VhgsoSZX9AkzPpbwEWFJz8FnMD1XuMF_U2BIxmN8CmWhtKRSyXY3IHHxFgAQ3DpNqrGY-UDSPdltbg/s1600-h/alghero-harbour%5B1%5D.jpg"></a><br /><br /><br /><div align="justify">E’ bella la mia città. Questo penso mentre attraverso il lungomare con le sue alte mura e m’inoltro nel borgo medievale. Ricordo che un tempo mi piaceva vivere qui e lo pensavo con orgoglio. Forse allora mi sentivo a mio agio pure con i suoi abitanti. Forse era così perché allora ero una di loro. Poi decisi di andarmene. Non era una fuga la mia. Era un andare per continuare, per cercare. Non ricordo quando e perché questa città divenne una nemica. Ma lentamente il senso di estraneità si trasformò in un divario insanabile. Forse è una questione di linguaggio. Si parla la stessa lingua ma è come se si parlassero lingue diverse. Oggi sono qui perché così ha deciso la vita ed io con lei. O forse è solo il buonsenso che ha deciso per noi. Ed io non so farmene una ragione. Non mi piace questo scenario e non mi dicono niente questi visi. Non hanno odore, sapore. Non hanno storia. Nessun intreccio, nessun vissuto. Non per me almeno. Ma questo non è un teatro dove puoi alzarti e andare via. E non puoi neppure sfiguralo o smembrarlo perché la tua rabbia ha bisogno di un capro espiatorio. Devi lasciarlo intatto. Forse è arrivato il momento di scegliere davvero dove stare. Forse anche di restare. Forse.<br /><br /><span style="font-size:85%;">Ci sarebbe stata un’altra Isola per ripararsi, riposare ed amare. Quell’orizzonte sarebbe sempre stato lì, un invito ad andare… ( Una ballata del mare salato. Hugo Pratt)</span></div></div></div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com42tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-20577362678567165832009-01-22T11:48:00.003+01:002009-01-22T11:54:53.863+01:00Movimento lento<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBOrAMxmK2axqYnNK6VoU1D_L85f4MW72tNqGl5UZ-HAMeeN5NqV-gTwiFMiIx6WEUT9pwH-wqmEM2hjq_iWy0ZUeTWxjvBF3ckcuuvMvOt3vmDijq1cqtcrRT9Ok7kCtOZFpRumT06Mg/s1600-h/vettriano%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5294069413297109170" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 254px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBOrAMxmK2axqYnNK6VoU1D_L85f4MW72tNqGl5UZ-HAMeeN5NqV-gTwiFMiIx6WEUT9pwH-wqmEM2hjq_iWy0ZUeTWxjvBF3ckcuuvMvOt3vmDijq1cqtcrRT9Ok7kCtOZFpRumT06Mg/s320/vettriano%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Mi piace alzarmi piano dal letto, guardare dalla finestra senza l’incubo dell’orologio che corre, camminare piano, pensare piano, respirare piano, sedermi senza riflettere su quello che dovrò fare tra dieci o cinque secondi. Mi piace immaginarmi accoccolata sulla riva di uno stagno d’estate. Fa caldo, così caldo che non si muove una foglia, non c’è un alito di vento, la superficie dello stagno è ferma, come la mia anima. Non c’è un suono, sulla torpida e immota acqua nella calura estiva, sembra di trovarsi fuori dal mondo. I tempo si è fermato e io non sento la necessità di accelerarlo di nuovo, non ho l’obbligo di fare niente, mentre sono accoccolata sull’erba bassa in riva allo stagno, nemmeno di essere intelligente. E’ bello non avere l’obbligo di essere o sentirsi intelligente.<br />Non ho voglia di essere sempre eccellente ed efficiente. Perché stare in balia di desideri e stati d’animo che ne impediscono il realizzarsi può essere sfiancante. La volontà non sempre è sorretta dalla forza. Allora ti siedi sulla giornata che scorre lenta. Osservi, pensi, ti muovi piano. Restituisci grazia e dignità agli attimi. </div><br /><div align="justify">Scegli la lentezza. </div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com49tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-51490162606852382082009-01-10T14:41:00.003+01:002009-05-26T16:16:27.756+02:00Busso io? No tu no!<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlDWgVawX60hCdl177kn5hLEZa6gz5YNKXd7jA8grJIrMkCSBz0aseHu56ywjFw_OX9BecW1S2KJn9R3357py952k71GP4Lv6lD9Bm_TyP5F3Np4MsKvfP495ZzsQG0a24NRIg6xKeBnA/s1600-h/459b70e362ebf0d220704da10ceb8f4d%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5289660207655791170" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 286px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlDWgVawX60hCdl177kn5hLEZa6gz5YNKXd7jA8grJIrMkCSBz0aseHu56ywjFw_OX9BecW1S2KJn9R3357py952k71GP4Lv6lD9Bm_TyP5F3Np4MsKvfP495ZzsQG0a24NRIg6xKeBnA/s320/459b70e362ebf0d220704da10ceb8f4d%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /></div><p align="justify">- Hai preso il biglietto per il concerto di Guccini a Roma, Cleide?<br />- No, Capitano, erano già esauriti e dire che avevo un volo da Alghero per soli venti euro. Che sfortuna, ci tenevo molto a vedere Guccini.<br />- Non c’è nessun problema, se lui non viene da noi andremo noi da lui.<br />- Che intendi dire?<br />- Scusa, non hai detto di sapere dove abita il cantautore modenese? Non era uno di quei paesini emiliani dove la gente si ritrova nelle osterie a giocare a tressette col morto? Non hai detto che se bussi alla porta di Guccini, lui ti apre e ti invita pure a entrare a casa sua?<br />- Vorresti bussare alla porta di Francesco? Tu sei pazzo non ne avrò mai il coraggio!<br />- Lo faccio io per te. Perché non dovrebbe essere ospitale con due suoi fan come noi?<br />- Che diavolo dici? Io sono una sua fan, tu di Guccini conosci solo qualche canzoncina di terza mano captata qui e la.<br />- Non stare a sottilizzare. Sul cantautore modenese tu ne sai a sufficienza per tutti e due. Allora ci stai? Andiamo lì, lo conquistiamo con la nostra parlantina e ci facciamo suonare pure qualche pezzo da Cyrano o da Don Chisciotte.<br />- Sì, e magari tu gli fai gli sciummpa-pah di sottofondo agitando il culetto! Che ti salta in mente? Noi siamo le persone meno dotate di parlantina sulla faccia della terra. E tu hai la chiacchiera libera solo quando inveisci contro qualcuno o qualcosa. Vuoi andare a casa di Guccini a imprecare contro le raccomandazioni alla Rai o contro la stupidaggine dei film che ti scarichi da internet? Magari lo convincerai a cantarti “L’avvelenata” prima di farti spaccare la chitarra in testa.<br />- Sei sempre così negativa. Sono sicuro che ci farà entrare a casa e ascolterà ciò che abbiamo da dirgli. Parli tu che sei più simpatica e poi ti sei pure sciroppata tutti i suoi romanzi e i suoi saggi di dialettologia emiliana o quello che erano. Poi intervengo io con la mia canzone. Magari lo convinco pure a cantarla e portarla al successo.<br />- E questa da dove è uscita fuori? Tu non hai nessuna canzone da proporre a chicchessia. Anzi tu non sai suonare nemmeno le pentole antiaderenti o la caffettiera Bialetti da sei tazze.<br />- Come ti sbagli! La canzone ce l’ho. Si chiama “Amore in caduta libera” e l’ho scritta per quella tizia di Tiscali.<br />- Quella pazza che giurava di conoscere un direttore d’orchestra che aveva suonato per papa Wojtila ed era follemente innamorato di lei? Questa sì che è una referenza coi fiocchi.<br />- Forza, andiamo da Guccini, tu gli parli del più e del meno, gli citi qualche suo verso facendo gli occhioni sognanti, gli dici che è un genio e fai quasi la faccia delle ragazzine che svenivano ai concerti dei Beatles e poi intervengo io con la mia canzone.<br />- Posso fare Oh yeeeaaahhhh in chiusura con una smorfia sarcastica del viso?<br />- Certo, fa oh yeaaahh, fa oh bleeeaaahhh, fa oh meee-aaaahhhh e andiamo a bussare alla porta di Guccini. </p>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com33tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-46050748596465285452008-12-22T14:10:00.004+01:002009-05-28T19:58:37.145+02:00Pensierino di Natale<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLgYhX8APTlM5vd6AcEwG1a4lCg5CNc7KIxe5mt_qF-35DhBCuvBD6oSSGxr6zHxAJIiq7jV9SfP4rxYkH010CdgP8fqj5DJN_rgLgC-z_UWOn5i4dn5pGY2RXizJgaUnS6Q-vvODWV8U/s1600-h/ph-10811.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282602538836389042" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLgYhX8APTlM5vd6AcEwG1a4lCg5CNc7KIxe5mt_qF-35DhBCuvBD6oSSGxr6zHxAJIiq7jV9SfP4rxYkH010CdgP8fqj5DJN_rgLgC-z_UWOn5i4dn5pGY2RXizJgaUnS6Q-vvODWV8U/s320/ph-10811.jpg" border="0" /></a><br /></div><div align="justify">Mi sveglio la mattina con la voglia di scappare.<br />Oggi più di ieri e domani ancora.<br />Stessa storia. Senza inizio né fine.<br />Solo la costante, irrefrenabile e mai doma voglia di scappare.<br />Da queste pareti che mi fissano beffarde.<br />Da queste voci piene di niente che si insinuano invadenti in una mente che non le vuole sentire.</div><div align="justify"> Da queste strade dove non esiste un cartello che indichi pace.<br />Da me che continuo a girare intorno pur vedendo il centro.<br />Rumore. Frastuono. Niente.<br />Ed io che sono niente. Ma lo so.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com34tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-70086769046563830802008-12-03T15:56:00.001+01:002009-05-26T16:16:27.756+02:00Emma non Emma<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsq6LcZ0w_ItX_pFTeYzPGHQFDTVtpbaH9wEmi-EcfVaS37yXioAvtgOvzXxB8jzm55EZbIKOR98hAC7qjPLJftAqW86r6VP_iyqTQbLHUXJQlSHeTgGVH6FjMFmPAbu2_F-6jAfAAJmE/s1600-h/2s.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279289679393282818" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; HEIGHT: 304px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsq6LcZ0w_ItX_pFTeYzPGHQFDTVtpbaH9wEmi-EcfVaS37yXioAvtgOvzXxB8jzm55EZbIKOR98hAC7qjPLJftAqW86r6VP_iyqTQbLHUXJQlSHeTgGVH6FjMFmPAbu2_F-6jAfAAJmE/s320/2s.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div align="justify">Emma che va pazza per le borse, ne compra a decine, ne regala a decine e ne ricompra quanto più le consentono le tasche.<br />Emma che ha freddo freddo d'inverno e caldo caldo d'estate, che ride ride quando è allegra e piange piange quando è triste.<br />Emma che ha letto tutto sulla Resistenza e che non si è laureata solo a causa di uno dei suoi colpi di testa.<br />Emma che si siede a tavola tutta perfettina e mangia perfettina, che fa sforzi inauditi per non alzare il mignolo quando beve dalle tazzine di caffè.<br />Emma che invidia una ragazza con un abito ottocentesco che legge Jane Austen sul lungomare nel via vai di sciatti turisti in zatteroni e bermuda color vomito.<br />Emma che corre alla stazione a salutare quello che crede essere l'unico amore della sua vita, con il piccolo particolare che l'unico amore non sa nemmeno che lei esiste.<br />Emma che si dà arie da dura, legge poesie d'amore di nascosto e non sa che farsene dei sogni a occhi chiusi.<br />Emma rompiscatole che si infervora come una divetta degli anni Cinquanta o una maestrina idealista d'altri tempi.<br />Emma innamorata capace di buttarsi senza rete da un ponte più alto del cuore matto di Little Tony.<br />Emma che non si lagna mai di niente con gli altri e che ascolta gli amici lagnarsi di tutto e soprattutto dei loro noiosissimi amori.<br />Emma che si commuove per la morte di un cane avvelenato anche se è avvenuta vent'anni fa.<br />Emma che si lava i capelli a ogni pie' sospinto.<br />Emma che scende da una scala di albergo con un coraggio da leone perché a scendere certe scale tremerebbero le gambe pure a guerrieri omerici.<br />Emma che in realtà forse si chiama Monica e che magari sarebbe dovuta vivere in un altro secolo.<br />Emma stupida, Emma retorica, Emma isterica, Emma avventata, Emma cocciuta, Emma bambina, Emma ombrosa, Emma gelosa, Emma come ce n'è una: Emma che non puoi dimenticare.<br /></div><div align="justify"><br /></div><div align="justify"></div><div align="justify"><br /></div><div style="FONT-WEIGHT: bold" align="justify">Post scritto da Mio Capitano </div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com36tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-29467696229480452162008-11-19T16:00:00.000+01:002008-12-15T21:03:41.117+01:00Un fuoco per amico<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFjLWxja8_wS23XTnbkl_v49hqoNXyU3lx2EzMPSsl0z2WH-pHyxpPT_WkGeMYBl_hhQqzTT08hsfCXiltzEb4CNeYcfJeoVOSPWnCqwuBOMaF9m9xiMehXcWH1XI2jXiTT5ZXY2rR3V0/s1600-h/001.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279659028690484098" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 240px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFjLWxja8_wS23XTnbkl_v49hqoNXyU3lx2EzMPSsl0z2WH-pHyxpPT_WkGeMYBl_hhQqzTT08hsfCXiltzEb4CNeYcfJeoVOSPWnCqwuBOMaF9m9xiMehXcWH1XI2jXiTT5ZXY2rR3V0/s320/001.JPG" border="0" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxlekmSevT8PiuDGHCExVZJ3O2WaJNFpZBlmY9DcpGFcZjXeTTKVWBpdRIocXGxXXYLk0LgGk8cWGc7UCr2DBZlbrXu_o3eDR-XEwvRrtydu2PHW1Ywgovas1LL00lcGZLMe3njq3c39s/s1600-h/010.JPG"></a><br /><br /><div align="justify">Può darsi che io non sappia cosa dico<br />Ho scelto te un fuoco per amico..<br />Il fuoco che arde in un camino, come un'entità invisibile ma di cui percepisci l'essenza, riempie la stanza..<br />Il calore che emana e il crepitio delle braci suscitano una suggestione tale che la percezione dell'ambiente intorno a te cambia. E cambi tu che osservi e cogli questi attimi. Ti accorgi che la solitudine ti appare più amica e i tuoi pensieri perdono rigidità e si ammorbidiscono. E in questo obnubilamento ti istupidisci al punto tale che pensi al Natale. Pensi che l'inizio di una nuova fase della tua vita e una nuova casa meritino pure un albero di Natale. Pensi che il tuo Natale Perfetto è ancora lontano, ma forse lasciarsi andare ad un innocuo albero non ti farà poi così male e magari sarà di buon auspicio. Pensi che passata la finzione della festa con i tuoi, farai le valigie per vivere il tuo personalissimo e intimo natale con chi ti fa sentire di essere nell'unico luogo che possa contenerti e trattenerti. Pensi che in fondo non c'è ostacolo insormontabile che non possa essere superato con la pazienza, la tenacia e il buonsenso. Pensi..pensi che dopo il tè alla nostalgia sei incappata nel camino dai pensieri rasserenanti..</div><div align="justify"> </div><div align="justify">Foto mia</div></div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-88433287392473843722008-11-10T15:58:00.000+01:002008-12-14T19:05:42.728+01:00Un tè? No grazie!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG7QsPWHjyKqbyc5f2BcKL-Kz5vqXk_hUFBJcp78bfl3JCDe2qZ4ejNGUnoKtouISwCtYlt1Xy_rkZEgg5gBFe_9kLblQnGu6kj1jOPUsTXzylCIWuH2Lgc-y4y1AO_3307oqRKRARKQ4/s1600-h/relax-lago-di-garda%5B1%5D.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279663097795342610" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG7QsPWHjyKqbyc5f2BcKL-Kz5vqXk_hUFBJcp78bfl3JCDe2qZ4ejNGUnoKtouISwCtYlt1Xy_rkZEgg5gBFe_9kLblQnGu6kj1jOPUsTXzylCIWuH2Lgc-y4y1AO_3307oqRKRARKQ4/s320/relax-lago-di-garda%5B1%5D.jpg" border="0" /></a><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYhYVz7-oyKu3xRnI01qBQTHwzzg754IG17VoYztPjlftjSyIPk139LG6hzV3KV6uG03rvE6dXOZmkMyTvLuZh75vRgZqJ-2snArqYkeQjFdhkKv9g98oLcR6FWkUzQgSTPQF-F6bdtjY/s1600-h/theuid_11d8397f15a.100.100%5B1%5D.jpg"></a><br /><br /><div align="justify">Mi chiedo se possiamo essere suggestionati da ciò che beviamo. Può il rito del the, con il suo aroma avvolgente e suggestivo, suscitare pensieri che ne richiamino le sue caratteristiche? Mi spiego: se bevo una birra, fresca, frizzante e spumeggiante, so per certo che piega prenderà la serata.<br />Ho bevuto con un amico un tè alla nostalgia. Quest'aroma non è in commercio, per fortuna, quindi non cercatelo.<br />Ci sono momenti della nostra vita che scivolano via dalla memoria lasciando dietro di se solo un orma leggera in uno sperduto angolo della nostra mente. Momenti che, complice lo scorrere del tempo, si dimentica persino di aver perduto. Altri che, se scoperti, potrebbero devastarti. I miei ricordi sono rami secchi, colture interrotte, semi che non hanno germogliato. E la bellezza e il calore che rimane fa solo male perché esiste in funzione delle sue connessioni. Ascoltavo il mio amico crogiolarsi nella nostalgia e nei ricordi ed era evidente il calore e la tenerezza che in lui suscitavano. Ma a tratti i suoi occhi lucidi tradivano una qualche sofferenza. Credo che non sia carino affermare che la tentazione di mollare lui e il the in quel locale è stata molto forte. Io non amo il profumo delle madeleines. Il profumo dei ricordi che ti prende alla gola a tradimento e ti stordisce. La grazia di un ricordo porta inevitabilmente con se pure la dannazione di ciò che non esiste più. Io ho un cervello addestrato alla difesa. Quando mi chiudo una porta alle spalle, questo va in corto circuito e distrugge tutto. Bruciato, cenere, morto e sepolto. I ricordi non sono come le onde che esigono il ritorno. Se ne può fare a meno del ritorno. Io ho bisogno di farne a meno per non fermarmi</div></div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-49167935740230865792008-09-14T15:53:00.000+02:002008-12-14T18:50:14.436+01:00Pensieri con(nessi)<div align="justify">Frequentavo il ginnasio e il mio professore di materie classiche, uomo colto e di vivace e arguta intelligenza ma serioso come pochi, quando mi osservava ridere, mi apostrofava con questa frase in latino: il riso abbonda nella bocca degli sciocchi. Ricordo che allora, qualche compagno di classe, di quelli intelligenti, studiosi, ossequiosi, mi rivolgeva uno stupido sguardo di compatimento. Chiaro che io non mi sentissi affatto sciocca e chiaro è che quegli sguardi non ottenevano altra reazione che farmi sgorgare una successiva risata. Oggi mi è ritornato alla memoria questo insignificante episodio e una domanda è sorta spontanea. Mi sono chiesta se il senso di inadeguatezza che molte persone , inclusa me, si sentono addosso come fosse una seconda pelle, scaturisca da episodi apparentemente insignificanti, spontanei o mirati che siano, ma volti a bloccare le nostre più naturali inclinazioni e sensazioni. Io mi soffermo su una banalissima risata, ma il discorso potrebbe essere vario e vasto. Come quando ti invitano a controllare la bella l'emotività a favore della triste e noiosa razionalità.<br />Non so da dove scaturisca questa riflessione oggi. Forse perché stanotte mi sono svegliata varie volte, ricordavo i sogni fatti e non erano sensazioni positiva. Forse perché sono scesa dal letto con un groppo in gola e delle lacrime silenziose che mi rigavano le guance e con la sensazione che qualcosa di fastidioso si fosse messo tra il cuore ed il cervello (e non era un rospo). Forse perché un giorno capita che esci per strada e ti senti addosso tutta la positività e l'energia di questo mondo e ad un certo punto accade qualcosa. Ti fermi e non riesci più ad andare avanti né indietro. Davanti il baratro e dietro la salvezza. Forse perché per lungo tempo sei andata avanti come un gatto che insegue giocoso una matassa di filo di lana e non si accorge che gli si è attorcigliata tra il capo e la coda. Forse forse forse. Senza forse devo ascoltare le mie paure. I forse sono come le risate, camuffano la pesantezza della realtà e dei pensieri, ma come le risate, talvolta possono essere ingannevoli e inopportuni.<br />Intanto il cielo è sempre più blu...<a title="permanent link" href="http://cleide1967.blog.tiscali.it//Pensieri_con_nessi__1926737.shtml"></a></div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-58495495535566559572008-07-07T15:46:00.000+02:002008-12-14T18:48:21.137+01:00Appunti<div align="justify">Dobbiamo continuare ad avere il caos dentro di noi, per fare nascere una stella danzante, scriveva Nietzsche.<br />Si dice che i vent’anni siano gli anni della libertà, i trenta quelli dell’audacia, i quaranta quelli del senno. Nel mio caso qualcuno deve essersi divertito a non dare le carte buone nel momento giusto. A quaranta l’audacia mi ha inghiottita, la libertà si è palesata nel senso più pieno e la saggezza la coltivo a piccole dosi. Non mi pongo più tante domande. Non so se questo sia grave, ma a me fa star bene. Sono padrona della mia vita, del mio tempo e delle mie cose. Ritengo questo un privilegio e un dono. Ricercato con costanza e non senza patimenti. Amo quello che ho e amo me stessa. Non desidero più quello che non posso avere. Ho scoperto che i tesori non si cercano, si trovano. Ora sono in pace e ho capito che l’unica cosa che mi riesce bene è reinventarmi e ricominciare. Con la voglia d vivere tra le mani.</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-43685733400450572842008-06-07T18:57:00.001+02:002009-12-24T10:47:37.619+01:00Di ulivi, di vita e di altre sciocchezze<div align="justify">Nel mio giardino c'è un ulivo selvatico. E' cresciuto spontaneo. Lì, proprio lì, all'ingresso del viale, di fianco al mio cancello. Questo significa raccogliere i fiori quando cadono, le foglie quando l'albero le perde e quelle dannate olive che macchiano i lastroni di viola quando ci cammini sopra. Sono tre mesi che perdo il mio tempo dietro questo bellissimo e dannato albero. Mi dico che è ora di smetterla con questa mania dell'ordine, della pulizia e della perfezione a tutti i costi. Mi conduco per casa come se all'improvviso potessi ricevere la visita della regina Elisabetta. Mica è normale che a mezzanotte, dopo essersi lavata i denti, una prenda spray e strofinaccio per pulire il lavandino. Talvolta penso che questa mania e questa attenzione avrei dovuto applicarla alle cose serie e importanti della vita. Ma tutto ciò che è serio e importante per gli altri non lo è per me. Ognuno ha i propri meccanismi per coltivare l'impegno di vivere. Il mio unico impegno è vivere. Con allegria e leggerezza. Altro modo non conosco.<br />Ad un mio professore dell'università che a 40 anni, proprio come me, capì che doveva cambiare la sua vita e seguire solo le proprie regole chiesi: lei cammina per strada come se volasse. C'è una ricetta? E lui: fai sempre quel cazzo che ti va di fare.<br />Credo di aver eseguito la ricetta alla perfezione. Anzi, forse con quel pizzico di lievito in più.:)</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8344664452154763711.post-22227143656762688882008-04-28T18:54:00.002+02:002009-01-12T00:37:33.326+01:00Je accuse<div align="justify">Verrà il giorno in cui la mia rabbia sarà un boato che vi scuoterà alle radici<br />E allora il mio silenzio di ora vi cadrà addosso rovinando sulla vostra quiete.<br />Perché voi vivete perché io taccio<br />Andate avanti perché io vi ignoro<br />Pieni di voi perché io vi risparmio.<br />Verrà il giorno in cui io parlerò e voi tacerete.<br />Per sempre.<br /><br />Dedicato a..<br />coloro che preferiscono raccontarsi una bella bugia piuttosto che affrontare una scomoda verità<br />Ho vinto io.<br />Perchè mai, neppure per un secondo, mi sono allontanata da me stessa.<br />Perché mai vi ho permesso di mettere il piede nel mio territorio<br />Perché mai ho messo in dubbio le mie verità<br />Perchè non ho mai smesso di cercare la mia strada.<br />La vostra meschinità è stata la mia forza.<br />Ho vinto io.<br />Ed ora, se permettete, tiro la catena</div>Cleidehttp://www.blogger.com/profile/09033465133329176403noreply@blogger.com1