
- Lo farei volentieri, Capitano, ma non ho nessuna ispirazione. Tutte le idee che mi vengono mi sembrano banali e mosce. Scrivere un post mi pare un’impresa titanica.
- Ma quale impresa titanica! Che ci vuole a buttare giù due righette da diaro virtuale. Puoi parlare della patente che vuoi prenderti, dei cani rompiballe della vicina o di quella artista tedesca che incontrammo a Caserta Vecchia, te la ricordi? Quella pazza che compariva nel buio come Belfagor e minacciava di frustarti se ti scordavi di salutarla. O meglio ancora puoi raccontare il viaggio che hai fatto ieri a Olbia nella Bmw decapottabile, con tanto di capelli al vento. Scrivi il post e io ci metto il video di “Good morning Starshine” dal film Hair. Ci farai una figura splendida, da Hippy Webby, mentre descrivi il grido di libertà che lanciavi sull’autostrada Alghero-Olbia, con il vento caldo odoroso di anni Sessanta che ti lisciava i capelli e ti sussurrava paroline dolci.
- Oltre al fatto che non ho la più pallida idea di cosa sia una Hippy Webby, siamo stati con la capote abbassata solo per qualche chilometro perché c’era un vento che più che di anni Sessanta odorava di merda di cavallo.
- Vedi come sei rompiscatole e antiromantica? Che importanza hanno un chilometro o cento, o se il vento odorava di cacca di cavallo o di Figli dei Fiori? Ciò che conta sono le sensazioni. Le emozioni. E poi ti ho detto mille volte di colorire letterariamente un po’ le tue esperienze.
- Che significa colorire, mi devo inventare tutto?
- Quale inventare. Significa che vai a prenderti una pizza da Peppino La Bomba e scrivi sul blog che sei stata a cena al ristorante cinque stelle Royal Society, ti fai una passeggiata serale sul desolato lungomare algherese e dici che sei scesa in spiaggia di notte e ti sei fatta il bagno con tutti i vestiti. Incontri un tuo ex che ti sbadiglia in faccia e ti dice ciao sbagliando il tuo nome e giuri che ti ha salutato piangendo e che ti ha implorato di tornare con lui. Capisci? Non si tratta di mentire, ti prendi qualche piccola licenza poetica.
- Ho capito, tra poco mi consiglierai di fare come il Giomba quando strombazza che tutti lo amano, che ha vinto tremila premi per il suo blog da Pizzighettone Net a Cazzago Web e che i network americani si sbracciano per intervistarlo.
- Certo, fa come Giomba, scrivi che hai vinto centinaia di premi con il tuo blog o con il tuo sorriso sfrontato, scrivi che i vip ti cercano e ti amano. Metti sulla colonna laterale qualche centinaio di commenti genuflessi in cui tutti giurano che sei brava, bella e intelligente e che il mondo senza di te non può andare avanti. Se non hai niente sottomano, te ne scrivo io una ventina seduta stante.
- Sei pazzo? Poi passa Celia e le viene un colpo e si chiede se mi sono presa una giombite acuta. Però quella storia del video di “Good Morning Starshine” non è male. In effetti la corsa nella decappottabile me la sono fatta, i capelli svolazzavano sull’autostrada e per qualche nanosecondo me la sono sghignazzata pure come Jacqueline Kennedy, con un foulard supershocking annodato al collo.
- E non scordare il vento.
- Certo, Capitano, ora che mi ci fai pensare il vento sull’autostrada profumava proprio di anni Sessanta e, anzi, direi proprio che mi sussurrava nelle orecchie con la voce di uno chansonnier alla Jacques Breil. Sai quella canzone che dice “Je t’inventai” o meglio ancora “je te parlerai” di “le rouge et le noir”, e non scordiamoci “Ne me quitte pas”. Insomma quelle minchiate lì… cioè volevo dire quelle splendide perle sentimentali. Sìììì, ne sono sicura, ieri sull’autostrada, mentre facevo Jacqueline nella Bmw decappottabile il vento, con la voce precisa di Jacques Breil, mi implorava: “Non abbandonarmi”.
- Ecco, così sì che mi piaci. Evvaaaaiiii.